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TEXTS > Writings on the Artist
La grafica è sempre più d'attualità e suscita sempre di più l'interesse del pubblico, anche perché risolve, ad un livello accessibile a tutti il problema spesso anche economicamente arduo di una diffusione qualificata dell'arte contemporanea. La moltiplicazione degli originali non è tuttavia, credo, la sola ragion d'essere della grafica. La litografia può essere, talvolta, puro mezzo di riproduzione. Ma l'incisione ha sempre un particolare suo fascino, legato al raggiungimento tecnico e alla resa intensa in cui questo raggiungimento si risolve; fascino direi persino di sopravvivenza alchimistica, con quanto di spirituale e " filosofico " la parola comporta. Questo fascino resta immutato sia che ci troviamo di fronte all'acquaforte tradizionale e pura, sia che guardiamo, nei veri risultati, alle più varie e libere tecniche incisorie cui la ricerca contemporanea ci sta ormai abituando.
Ho accolto volentieri l'invito dell'Accademia dì Danimarca in Roma, di ospitare una mostra delle incisioni di Paolo Carosone (che dal '62 ad oggi ha studiato ed operato presso la scuola grafica dell'Accademia di Belle Arti di Copenhagen), perché l'opera di Carosone mi sembra che presenti un doppio interesse: tecnico, sulla linea di quella sperimentazione e diffusione delle nuove risorse che, come ebbi già occasione di far presente, è giusto trovi posto nei programmi della Calcografia non meno che il tramando e la valorizzazione dei procedimenti tradizionali i quali del resto permangono a fondamento di tutto; espressivo, nel senso che Carosone si avvale dell'incisione non già per ottenere delle riproduzioni, ma solo per perseguire una data resa e qualità dell'immagine. Non si vuole con ciò, sia chiaro, dimostrare nulla d'assoluto, né confutare, certo, la finalità riproduttiva dell'incisione, che resta principalissima, sia pure entro i limiti ristretti che l'incisore di razza non può fare a meno d'imporre alle tirature; ma solo mostrare, con un esempio, come l'incisione possa essere intesa anche soltanto quale fatto espressivo, tanto più oggi che l'uso del colore è facilmente accessibile con nuovi accorgimenti, mentre vengono sempre più introdotti, in determinati settori dell'arte più giovane, elementi derivati dal repertorio dei mass-media, dei nuovi veicoli cioè di comunicazione, tra cui l'immagine fotografica ha un posto preponderante. Non solo la grafica incisoria sembra la più idonea ad assimilare e strumentare simili prestiti dall'ambito del reportage, (informativo, ironico, surrealisteggiante che sia), ma è certo la tecnica che meglio consente di uniformare i diversi caratteri delle immagini e dei segni. È quel che fa Carosone che componendo diverse lastre in un'unica stampa può ridurre ad un comune denominatore (l'impressione sulla carta) i segni e le immagini realizzati all'acquaforte, all'acquatinta o al bulino, disegni riportati a monotipo, inserti oggettuali (rilievi metallici), immagini fotografiche. Tra fotoincisione e tecniche incisorie si stabilisce anzi un'osmosi: Carosone ha studiato persino una sorta di acquatinta fotografica.
Come si vede, il procedimento tecnico è eminentemente inventivo; non sa di combinazione (proprio perché la combinazione è inventata) e non è concepito rigidamente in funzione di un dato sistema di stampa; ma è il sistema di stampa che dovrà, all'atto pratico, risolvere quello che l'artista ha immaginato sulla lastra, coordinare cioè i vari spunti tecnici. A questa inventività tecnica è poi conseguente il fatto che Carosone esegua esclusivamente degli esemplari unici. Egli non ripete mai la stessa stampa. Ciò non toglie, tuttavia, che possa riutilizzare in forme sempre nuove le sue lastre, variandole con diverse inchiostrature e quindi colorazioni, rilavorandole, nonché combinando diversamente le varie piccole matrici usate nella stampa precedente; o persino unendo insieme due o tre stampe, e quindi riunendo e variando di posizione, e all'occorrenza rilavorando, quattro, sei, dieci o più lastre, in un procedimento che sottolinea la continuità della progettazione.
Ecco un'altra prerogativa dell'incisione, intravista da Carosone: lo sviluppo di un'immagine "aperta ". Il quadro " aperto " si modifica ad ogni successivo intervento dell'autore o del cosiddetto fruitore; l'incisione consente di visualizzare la genesi e lo sviluppo di un'immagine, di un'idea, di più immagini o idee, in una catena senza coda.
MAURIZIO CALVESI
(Calcografia Nazionale, Roma. Aprile-Maggio 1966 )